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Stukeley, Lockyer, Atkinson, Watkins, Thom: questi nomi dicono forse poco o nulla, ma appartengono ad alcuni tra gli studiosi che più hanno contribuito, dal '700 fino a oggi, a svelare il mistero di Stonehenge e degli altri siti megalitici delle isole britanniche. Scienziati romantici che hanno creduto alla possibilità di un'astronomia antica, rovesciando, attraverso prove raccolte con molta difficoltà, il facile paradigma della "splendida barbarie" in cui, secondo la scienza ortodossa, vivevano le antiche popolazioni del Nord Europa. Grazie a loro, i misteriosi cromlech si sono rivelati rispecchiamenti in terra del cielo, costruiti secondo precise corrispondenze astronomiche e calendariali che per precisione non hanno nulla da invidiare ai calcoli moderni. Non solo luoghi di culto, dunque, ma strumenti del sapere, sacri orologi delle comunità che vivevano attorno a essi e prodigiose testimonianze del genio umano. Gli stessi allineamenti ricorrono poi nei templi egizi, nelle piramidi e infine anche nella gigantesca rete di linee, centri e disegni che innervano le pianure del Sudamerica precolombiano. In questo volume Micheli schiude per noi la suggestiva prospettiva di coloro che seppero guardare al passato senza infondati pregiudizi (mentre l'archeologia cadeva sotto il dominio della tecnologia) e che per primi decifrarono il libro di pietra a cui i nostri progenitori avevano affidato la loro sublime sapienza.